“L’invito di Gesù" ...
Voglio rendere testimonianza per quello che ho vissuto
l’11 settembre presso la Fraternità Vincenziana Tiberiade a Castellaneta. E’
qualcosa d’incredibile: un’ esplosione di emozioni e sentimenti.
Da un po’ di tempo faccio parte della CARITAS
Diocesana in qualità di volontaria. L’appuntamento è alle ore 16,30. Nel
deposito c’è già Sr. Anna Maria con una volontaria a preparare i pacchi
alimentari per le famiglie bisognose. Mi spiegano cosa devo fare e io comincio.
A noi si aggiungono altre due volontarie e in tutto siamo cinque. Siamo
inzuppati di sudore dalla testa ai piedi ma il caldo soffocante di scirocco non
ci ferma. Esclamo : “Qui è meglio della palestra e per di più è
gratis e non c’è bisogno di pagare l’iscrizione” Sr. Anna Maria sorride,
anche lei è affaticata e ho modo di
vedere il suo sguardo buono. I cartoni si riempiono in fretta, in poco tempo
sono pronti 24 pacchi. “Si questa è la
palestra che fa bene al corpo e all’anima”.
Il lavoro è terminato, ci salutiamo soddisfatti e
ognuno si da appuntamento all’attività secondo il calendario predisposto. Due
parole ancora con Elvira e Vita e qui
c’è, la chiamata, l’invito :
“Questa sera alla
Fraternità Tiberiade c’è l’adorazione Eucaristica. E’ bellissimo !!!! Vuoi
venire?”
L’orario è un po’ tardino per le mie abitudini (dalle
21,30 alle 24.00), generalmente a quell’ora dormo già. Accetto subito convinta
che il mio compagno di vita non avrà nulla da obiettare.
Ma come ci arrivo lassù? Per me il posto in macchina
esce, l’appuntamento è alle 21,15 sotto casa mia. Puntuale Vita mi passa a
prendere. In macchina c’è Mina e il figlio. Si va sotto casa di Silvia e poi di
corsa a prendere Antonella. Vita : “Ci
vorrebbe un pulmino per accontentare tutti e poterne portare di più. Ma come lo chiameremmo questo pulmino? Tiberiade?”
In macchina si parla di fede, di conversioni, di cose
grandi, tutto è bello e io ascolto in silenzio ma non capisco. Arriviamo in
Fraternità. Il piazzale antistante la casa è già pronto: un altare con una
bella tovaglia bianca ricamata, sopra un
drappo rosa, dei petali di rosa, due ceri in portacandele, uno striscione
verticale con la scritta “venite adoremus”…sedie di plastica allineate di fronte all’altare con passaggio
libero centrale.
Arriva altra gente, Elvira mi presenta Sr Palmarita la
Responsabile della Fraternità, ma tutto in fretta perché si va a iniziare.
La suora accende le candele, le bacchette d’incenso e una
musica celestiale ci avvolge… Uno spicchio di luna, pini con le fronde illuminate,
il profumo di lavanda…il silenzio di una serata calma e fuori dal caos
cittadino. Siamo infatti in campagna. Sembra tutto magico. Comprese le stelle
che ci stanno a guardare.
C’è ancora lo scirocco ma qui l’aria è più
respirabile,tutti si attrezzano con giacchini , a me Elvira dà una sciarpa che
messa sulle spalle mi riparerà dall’umidità della serata.
Inizia la serata. Gesù Eucarestia viene esposto dalla
suora: tutti si alzano in piedi qualcuno si inginocchia al passaggio, la musica
è dolce e soave.
E da questo momento si alternano inni cantati su
piccoli accordi alla chitarra a preghiere, versetti della Parola, inviti da parte della suora animatrice ad aprirsi alla presenza del Signore, a raccontare al Signore tutto, a consegnare a LUI le
gioie, i dolori, i desideri, i sogni, le nostre fragilità…il nostro peccato.
Poi ascoltarLo nel silenzio del cuore….
Ma come è possibile? Non si regalano forse le cose
migliori a una persona che non vedi da tempo? (io e Gesù).Ma forse ho capito
male? No io non ho capito male e decido di fare quello che la suora ha suggerito.
Non mi resta che snocciolare la mia vita soprattutto gli ultimi periodi
poco edificanti. Apro i tiretti dell’anima e
racconto tutto in silenzio e ho la convinzione che Lui è là che mi
ascolta.I minuti passano e anche le ore.
E’ come se il tempo si fosse fermato. La melodia celestiale tocca la coscienza dei presenti e la
commozione generale si taglia a fette.
Inizia la preghiera di intercessione: c’è posto per
tutti nelle parole della suora: gli ammalati,
la pace, le vocazioni, i giovani disoccupati….prostitute, carcerati,
preti, vescovi, Papa…Poi l’invocazione allo Spirito Santo di illuminare e
guarire le menti, il cuore, il corpo..
A conclusione della serata ci viene consegnata La
Parola scritta su un piccolo biglietto
arrotolato che ognuno di noi ha preso da un cofanetto offerto da Sr Palmarita.
Era la Parola che in quel preciso momento il Signore voleva consegnare ad
ognuno di noi (eravano circa 25/30 persone).
Leggo in fretta, sono un pò frastornata e capisco
sommariamente che la Parola si riferisce alla certezza della fede. La serata
volge al termine. Sr Palmarita ci invita a presentarci davanti a Lui. E qui a
turno tutti si avvicinano all’altare. Le lacrime scendono dal mio viso, sono
commossa, tremo, sono un po indecisa,
vado? Non so cosa fare. La voglia è
tanta e non so cosa mi ferma ancora.
Con un impeto sono là vicino a Lui, sento la Sua
presenza, Lui è lì che mi aspettava. Ritrovo Lui Signore e amico. Lui che sa
tutto di me, e gli dico solo “GRAZIE”.
Torno a casa col cuore che scoppia di gioia stringendo
tra le mani quel bigliettino con le Sue parole per me:
“ La fede è certezza
di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono”.
Grazie di cuore, ANNA
Grazie di cuore, ANNA
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