giovedì 10 ottobre 2013

Condivisione di esperienza nella Fraternità

“L’invito di Gesù" ...

 
Voglio rendere testimonianza per quello che ho vissuto l’11 settembre presso la Fraternità Vincenziana Tiberiade a Castellaneta. E’ qualcosa d’incredibile: un’ esplosione di emozioni e sentimenti.
Da un po’ di tempo faccio parte della CARITAS Diocesana in qualità di volontaria. L’appuntamento è alle ore 16,30. Nel deposito c’è già Sr. Anna Maria con una volontaria a preparare i pacchi alimentari per le famiglie bisognose. Mi spiegano cosa devo fare e io comincio. A noi si aggiungono altre due volontarie e in tutto siamo cinque. Siamo inzuppati di sudore dalla testa ai piedi ma il caldo soffocante di scirocco non ci ferma.  Esclamo : “Qui è meglio della palestra e per di più è gratis e non c’è bisogno di pagare l’iscrizione” Sr. Anna Maria sorride, anche lei è affaticata  e ho modo di vedere il suo sguardo buono. I cartoni si riempiono in fretta, in poco tempo sono pronti 24 pacchi. “Si questa è la palestra che fa bene al corpo e all’anima”.
Il lavoro è terminato, ci salutiamo soddisfatti e ognuno si da appuntamento all’attività secondo il calendario predisposto. Due parole ancora con Elvira e Vita e  qui c’è, la chiamata, l’invito :
Questa sera alla Fraternità Tiberiade c’è l’adorazione Eucaristica. E’ bellissimo !!!! Vuoi venire?”
L’orario è un po’ tardino per le mie abitudini (dalle 21,30 alle 24.00), generalmente a quell’ora dormo già. Accetto subito convinta che il mio compagno di vita non avrà nulla da obiettare.
Ma come ci arrivo lassù? Per me il posto in macchina esce, l’appuntamento è alle 21,15 sotto casa mia. Puntuale Vita mi passa a prendere. In macchina c’è Mina e il figlio. Si va sotto casa di Silvia e poi di corsa a prendere Antonella. Vita : “Ci vorrebbe un pulmino per accontentare tutti e poterne portare di più. Ma  come lo chiameremmo questo pulmino? Tiberiade?”
In macchina si parla di fede, di conversioni, di cose grandi, tutto è bello e io ascolto in silenzio ma non capisco. Arriviamo in Fraternità. Il piazzale antistante la casa è già pronto: un altare con una bella tovaglia bianca  ricamata, sopra un drappo  rosa, dei petali di rosa,  due ceri in portacandele, uno striscione verticale con la scritta “venite adoremus”…sedie di plastica  allineate di fronte all’altare con passaggio libero centrale.
Arriva altra gente, Elvira mi presenta Sr Palmarita la Responsabile della Fraternità, ma tutto in fretta perché si va a iniziare.
La suora accende le candele, le bacchette d’incenso e una musica celestiale ci avvolge… Uno spicchio di luna, pini con le fronde illuminate, il profumo di lavanda…il silenzio di una serata calma e fuori dal caos cittadino. Siamo infatti in campagna. Sembra tutto magico. Comprese le stelle che ci stanno a guardare.
C’è ancora lo scirocco ma qui l’aria è più respirabile,tutti si attrezzano con giacchini , a me Elvira dà una sciarpa che messa sulle spalle mi riparerà dall’umidità della serata.
Inizia la serata. Gesù Eucarestia viene esposto dalla suora: tutti si alzano in piedi qualcuno si inginocchia al passaggio, la musica è dolce e  soave.
E da questo momento si alternano inni cantati su piccoli accordi alla chitarra a preghiere, versetti della Parola,  inviti da parte della suora animatrice  ad aprirsi alla presenza del Signore, a  raccontare al Signore tutto, a consegnare  a LUI  le gioie, i dolori, i desideri, i sogni, le nostre fragilità…il nostro peccato. Poi ascoltarLo nel silenzio del cuore….
Ma come è possibile? Non si regalano forse le cose migliori a una persona che non vedi da tempo? (io e Gesù).Ma forse ho capito male?  No io non ho  capito male e decido di fare  quello che la suora ha suggerito.
Non mi resta che snocciolare  la mia vita soprattutto gli ultimi periodi poco edificanti. Apro i tiretti dell’anima e  racconto tutto in silenzio e ho la convinzione che Lui è là che mi ascolta.I minuti passano e anche le ore.  E’ come se il tempo si fosse fermato. La melodia celestiale  tocca la coscienza dei presenti e la commozione generale si taglia a fette.
Inizia la preghiera di intercessione: c’è posto per tutti nelle parole della suora: gli ammalati,  la pace, le vocazioni, i giovani disoccupati….prostitute, carcerati, preti, vescovi, Papa…Poi l’invocazione allo Spirito Santo di illuminare e guarire le menti, il cuore, il corpo..
A conclusione della serata ci viene consegnata La Parola  scritta su un piccolo biglietto arrotolato che ognuno di noi ha preso da un cofanetto offerto da Sr Palmarita. Era la Parola che in quel preciso momento il Signore voleva consegnare ad ognuno di noi (eravano circa 25/30 persone).
Leggo in fretta, sono un pò frastornata e capisco sommariamente che la Parola si riferisce alla certezza della fede. La serata volge al termine. Sr Palmarita ci invita a presentarci davanti a Lui. E qui a turno tutti si avvicinano all’altare. Le lacrime scendono dal mio viso, sono commossa, tremo, sono  un po indecisa, vado? Non so cosa fare.  La voglia è tanta e non so cosa mi ferma ancora.
Con un impeto sono là vicino a Lui, sento la Sua presenza, Lui è lì che mi aspettava. Ritrovo Lui Signore e amico. Lui che sa tutto di me, e gli dico solo “GRAZIE”.
Torno a casa col cuore che scoppia di gioia stringendo tra le mani quel bigliettino con le Sue parole per me:
  La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono”.
Grazie di cuore, ANNA


Nessun commento:

Posta un commento